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L’Europa ora ha l’obbligo di ricordare la storia

Dal post del PP-EU

Settantacinque anni fa finiva la Seconda Guerra Mondiale e l’Europa intera veniva liberata dai nazisti, sconfitti.
L’Unione Europea iniziò così, come un progetto per andare oltre i risentimenti tra le nazioni e incoraggiare le reciproche relazioni. Da quel momento in poi il nostro continente ha goduto del più lungo periodo di pace della sua storia.
Allo stesso tempo, dovremmo essere consci del fatto che oggi esistono movimenti separatisti e nazionalisti con tendenze fasciste.

“Il ruolo della Germania è quello di assumersi la responsabilità nel ribadire che non dimenticheremo mai cosa ci ha condotti alla guerra e cosa questo ha significato per tutto il mondo: è nostro dovere perciò alzare la voce contro quei movimenti che possono riportare l’Europa di nuovo verso scenari simili e partecipare attivamente per mantenere un futuro di pace. Il giorno della Liberazione è un giorno di gioia e di tristezza allo stesso tempo”, ha detto Sebastian Alscher, presidente del Partito Pirata in Germania.

Ma non tutto finì nel 1945: altre violenze, ingiustizie e ritorsioni si succedettero dopo la fine della guerra.
Alla fine l’Europa uscì divisa, con mezzo continente in lotta sotto la Cortina di Ferro per decenni.

A ben vedere, l’unica cosa ad aver aperto la strada al mondo per un periodo stabile e duraturo di pace è stata la dichiarazione Schumann del 9 maggio 1950, una grande lezione scaturita dalla Seconda Guerra Mondiale che ha iniziato una vera prosperità e cooperazione in tutta Europa.

“Spinte nazionalistiche hanno diviso il continente, separando intere comunità oltre che singole famiglie. L’Europa ora ha l’obbligo di ricordare la storia, che ci ricorda il valore inestimabile della libertà, della dignità dell’uomo e della pace e cooperazione tra gli Stati”, ha commentato l’eurodeputato e presidente del Partito Pirata Europeo Mikuláš Peksa.