Diritti Stato di diritto Trasparenza

Il “Tetro Settore” e i 60.000 elettori pirata

Esattamente un anno fa, Per la precisione il 27 Maggio 2019, si sono svolte le elezioni europee e il Partito Pirata Italiano riuscì a conquistare 60.000 voti.

60.000 il numero dello scandalo

Tuttavia i 60 mila di cui si parlerà oggi sono quelli che vengono chiamati “assistenti civici”, ossia una delle idee più grottesche che siano state partorite dall’attuale governo: il fatto che vengano messe in campo forze di volontari destinate a far rispettare il cosiddetto distanziamento sociale è una delle peggiori declinazioni della condotta di questo governo durante la pandemia. Il governo dei divieti e delle proibizioni, il governo che ha incaricato lavoratori, commercianti, cittadini a gestire la crisi pandemica senza preoccuparsi neanche di fornire un numero sufficiente di mascherine agli operatori sanitari!

Gli assistenti civici in Iran

L’iniziativa di 60 mila cittadini che vanno in giro per le strade del paese a rimproverare chi si avvicina troppo ricorda tempi e circostanze che purtroppo sono state dimenticate; e le stesse osservazioni critiche formulate da un sorpreso Ministero dell’Interno aiutano a comprendere come la cornice in cui si sta muovendo questo pericolosissimo gioco inizia a essere molto preoccupante.

Gli assistenti civici nell’Italia degli anni 20

Del tutto scandalosa invece è la risposta entusiasta degli enti locali che, attraverso l’associazione nazionale dei comuni, hanno salutato con favore l’iniziativa del governo. Forse è arrivato il momento di ripensare il ruolo degli enti locali che, durante questa pandemia, hanno dimostrato di voler sopperire alla propria scarsa capacità amministrativa con le prerogative legislative che gli sono state concesse.

Non sappiamo come andrà a finire questa discutibile trovata degli assistenti civici, ma una cosa è certa: portare sulle strade persone che, su base volontaria sentono la vocazione di molestare i cittadini che si avvicinano gli uni agli altri, sembra un piano darwinistico per selezionare le persone meno adatte per quel ruolo, le persone che più di ogni altra potrebbero rendere reale il sogno malato di qualche nostalgico del Fascismo.

È in casi del genere che si riesce addirittura a rimpiangere un Ministro dell’Interno come Salvini che ha dimostrato di essere prepotente, arrogante e irrispettoso degli equilibri democratici; un ministro contro i cui provvedimenti si sollevava però con una perfetta puntualità la levata di scudi della società civile!

Oggi quella stessa società civile tace o non parla con lo stesso vigore dimostrato in passato.

60.000 hacker

Probabilmente il provvedimento diverrà legge, magari con qualche attenuazione; ma resterà pur sempre una folla di 60.000 potenziali squadristi per le strade d’Italia.

Sarà importante perciò dare una risposta forte, attiva e personale da parte di tutti quei cittadini che vorranno hackerare il sistema.

Forse i 60000 elettori che un anno fa hanno concesso fiducia al partito pirata, l’unica forza politica che si sia presentata alle elezioni con un solo programma e un solo simbolo europeo, dovrebbero farsi forza e candidarsi nel ruolo dei 60.000 assistenti civici. Sarebbe forsr l’unico modo per monitorare di persona e dall’interno tutti quei fenomeni pericolosi che potrebbero concretizzarsi con questo sciagurato provvedimento.

Postilla: “Confondere per deliberare”

H. 23.50

Forse non se ne farà nulla, forse qualcosa, ma il punto è che la legge è stata annunciata, sostenuta, contestata, motivata, modificata, rinnegata: tutto nell’ambito della maggioranza. Eppure sembra che nessuno l’abbia ancora scritta!

Come già ci ha abituato la politica degli ultimi vent’anni, quando il governo/la maggioranza parlamentare non hanno le idee chiare, il principio utilizzato è quello einaudiano del “conoscere per deliberare” ma in una rilettura situazionista.

Se non si è capaci di “conoscere”, allora l’obiettivo è confondere l’opinione pubblica: il risultato è che quando tutti sono confusi, le leggi malfatte sembrano meno inadeguate.

Confondere per deliberare