Hacking Politico In evidenza

Digitale 2022: Lega Salvini premier

NB: questo post è parte dell’attività di monitoraggio descritta qui

Il programma della lista è disponibile qui (pagina di download) (qui il link locale)

Considerazioni generali

Il programma della Lega presenta un’intera sezione (p.104) dedicata alla digitalizzazione, nella quale l’argomento viene affrontato anche dal punto di vista dei diritti individuali.

La sezione è stata sviluppata con molta cura e attenzione e dimostra una fortissima sensibilità verso questioni come la privacy, la sovranità digitale e la regolazione dei mercati digitali.

Riteniamo opportuno riportare per eseteso tutta la sezione, perché decisamente ben fatta:

La transizione digitale deve proseguire: la dematerializzazione del patrimonio informativo delle pubbliche amministrazioni e delle imprese è fondamentale per rendere il sistema-Paese più snello e competitivo. Tuttavia, occorre seguire un’agenda digitale strutturata in maniera coerente ed organica, che non proceda seguendo le specifiche urgenze del momento. Il Ministero dell’Innovazione tecnologica sarà incaricato di sviluppare le strategie e le priorità di tale agenda coerentemente con il PNRR ed i programmi della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del medesimo Consiglio, mentre l’Agenzia per l’Italia Digitale d’implementarle, previo parere favorevole del Garante per la protezione dei dati personali, già coinvolto in fase di progettazione.
Infatti, la digitalizzazione accelerata della funzione pubblica e del sistema produttivo italiani non dovrà trasformarsi in un trattamento massivo ed indiscriminato dei dati personali dei cittadini e dei lavoratori italiani, giustificato da generiche finalità di esecuzione di programmi politici od economici o da un altrettanto vago riferimento a situazioni emergenziali. L’esperienza pandemica c’insegna la rischiosità di fare affidamento su misure temporanee, reiterate all’infinito fino ad essere percepite come normali.
L’intrusione nella vita privata dei cittadini e l’utilizzo delle loro informazioni personali non trasparente ed oltre i termini e le finalità originarie per le quali erano stati raccolti appartiene a culture politiche illiberali e non democratiche che devono rimanere lontane dalla nostra. Il progresso tecnologico e l’efficienza digitale non possono giustificare la compressione dei diritti e delle libertà individuali. Quella sociale, giuridica e culturale dev’essere la prima sostenibilità a preoccuparci.
L’innovazione deve essere governata e regolata con competenza e responsabilità. Appuntamenti importanti a livello europeo attendono anche l’Italia: la regolamentazione dei mercati e dei servizi digitali, nuove norme per le comunicazioni elettroniche, la definizione dell’altruismo digitale per la condivisione di dati dal pubblico al privato, un Data Act in grado di rivoluzionare il concetto stesso di privacy nella dimensione digitale. Questi atti normativi e soprattutto un inedito regolamento dell’Intelligenza Artificiale non possono essere deliberati in Europa con leggerezza.
Il contributo italiano dovrà essere quello di sottolineare e prevenire i rischi e gl’impatti per i diritti e le libertà dei cittadini, specialmente per quanto concerne la privacy e la protezione dei dati personali, da affidarsi ad una governance effettiva, scrupolosa ed indipendente. Una via mediterranea alla digitalizzazione deve essere pensabile e possibile anche per consentirci una protezione strategica e pedagogica su aree geografiche che possono necessitare di un’alternativa italiana che promuova, sicurezza, libertà e diritti a nuove forme di colonialismo tecnologico da parte di poteri statali, ma anche privati.

Dobbiamo riconoscere che c’è una forte coincidenza tra la sezione digitale del programma della Lega e i contributi prodotti nel tempo dalla prof.ssa Ginevra Cerrina Feroni. La realtà è che, benché come Italiani non siamo abituati a questa ovvietà, le proposte della destra dovrebbero sempre essere improntate ai principi liberali della tutela della privacy e della concorrenza.

Molto apprezzabile è anche l’attenzione riservata all’efficientamento della PA (p. 143), con una serie di piacevoli sorprese, tra cui non possiamo non rilevare il peso nella proposta dell’analisi di impatto della regolamentazione (AIR) nelle scelte legislative. Inoltre, benché non condividiamo il tecnoentusiasmo verso l’intelligenza artificiale, riteniamo che la sua adozione nel campo degli appalti pubblici costituisca un’eccellente strumento di analisi degli scenari.

Meno apprezzabile è secondo il nostro punto di vista la questione legata alla formazione (p. 78), legata eccessivamente (anche quella digitale) all’ambito della mera applicazione finalizzata al mondo del lavoro. Significativo questo passaggio: “In Italia la didattica universitaria è strutturata su base nozionistica, finalizzata all’acquisizione di conoscenze accademiche, ma non alla formazione di un soggetto pronto ad affrontare il mondo del lavoro”, un coacervo di luoghi comuni fallaci, dal momento che il ciclo temporale dell’istruzione supera ormai ogni proiezione predittiva sulle competenze necessarie ai lavori del futuro.

Molto negativo, ma non certo sorprendente, è (p.164 e 166) il potenziamento della videosorveglianza, non solo in sé ma anche dal punto di vista dell’interconnessione tra enti diversi (“Potenziamento dello scambio informativo tra forze di polizia a ordinamento nazionale e polizia locale a ordinamento locale, potenziamento degli strumenti di videosorveglianza, potenziamento degli strumenti tecnologici e rafforzamento dell’interconnessione delle sale operative, formazione, aggiornamento comune”) che, ricordiamo, è oggi soprattutto interconnessione tra appaltatori che oggi, col beneplacito dei politici nazionali e locali, più acquisiscono dati e più acquisiscono potere. Anche la sezione specifica (“Grande risalto attraverso l’operatività delle Prefetture hanno acquisito i protocolli nazionali e poi declinati sui territori del progetto “Mille occhi per la città”, intese sottoscritte con gli amministratori locali e gli istituti di vigilanza privata per potenziare la vigilanza sui territori. Indispensabili in un processo di potenziamento della sicurezza anche i protocolli con i Comitati civici dei cittadini, le Prefetture e gli Enti locali. La partecipazione attiva dei cittadini come strumento ulteriore di vigilanza e monitoraggio dei territori, è indispensabile.”) è completamente aberrante, soprattutto nel circoscrivere la partecipazione della cittadinanza alla vigilanza sugli altri cittadini, invece che sulla vigilanza verso le istituzioni e la compartecipazione nelle scelte pubbliche!

In conclusione, il nostro giudizio è complessivamente positivo, ma purtroppo, anche nelle questioni digitali, la Lega si dimostra un partito dilaniato tra un pensiero liberale evoluto e un approccio conservatore che, soprattutto nelle questioni legate alla sicurezza urbana e all’educazione dei cittadini, esercita un’influenza negativa su tutto il programma e che si è ripercosso negativamente sul punteggio complessivo.

Tabella dei punteggi

Temi

Note

Punti

Parallelismo tra tradizionale e digitale: capacità di integrare le questioni digitalil all’interno delle questioni proprie della società pre-digitale

Nessun accenno esplicito, ma il preambolo sui temi digitali va in questa direzione 1

Peso dato alla privacy: in generale, in quanto diritto umano (principio di autodeterminazione della sfera privata) fondamentale
per l’esercizio dei diritti digitali; nello specifico delle questioni legate alla tutela dei dati personali, alla lotta contro la profilazione, alla rivendicazione della propria realtà biometrica, alla tutela dell’anonimato, all’armonizzazione con le  politiche sanitarie

p.104: grande attenzione alla privacy, sia come valore in sé, sia come questione legata al trattamento dei dati personali

3

Peso dato al diritto alla conoscenza: in generale, in quanto diritto civile (presupposto fondamentale per l’accesso all’istruzione e alle fonti della conoscenza); nello specifico delle questioni legate a istruzione, trasparenza, open data, accesso a internet, etc

Malgrado alcuni accenni al digital divide (a p.38, soprattutto per le PA!), alcune affermazioni, come “garantire una navigazione internet sicura per i minori che vi si affacciano”, lasciano trasparire un approccio proibizionista. Allo stesso modo (p.105) i riferimenti all'”istruzione” come “educazione” non ci soddisfano. Il nostro giudizio sarebbe sicuramente negativo, ma l’accenno del preambolo a “una protezione strategica e pedagogica” ci induce a mantenere un voto neutro 0

Peso dato al lavoro: in generale, in quanto diritto sociale (principio di autosufficienza economica e sociale); nello specifico delle questioni legate a monitoraggio, algoritmi, istruzione informatica (non solo formazione), etc

Tema affrontato specificatamente, ma con la classica impostazione della istruzione come formazione finalizzata al lavoro. Il voto sarebbe negativo, ma assegnamo un voto complessivamente positivo per il riferimento esplicito alla tutela della privacy dei lavoratori 1

Anonimato: valutazioni: presenza esplicita nel programma (anonimato, pseudonimato), posizione sull’identificazione degli utenti nelle piattaforme di svago (social, giochi, etc), sistemi di pagamento 

Malgrado alcune ambiguità che ci fanno abbassare il “punteggio”, riscontriamo un approccio generalmente positivo alla questione dell’anonimato on line 1

Concorrenza: accenno alla strategia antitrust (non necessariamente specifiche, ma fondamentali per arginare lo strapotere delle BigTech); presenza all’interno del programma di temi quali il diritto alla riparazione

p.104: gli accenni in linea di principio sembrano positivi, ma la sezione “Audio-video e piattaforme” (p.106) ci fa scattare l’allarme: non sarà forse che ci si vuole difendere dai grandi monopolisti internazionali solo per costringerli a spartirsi il territorio con i piccoli monopolisti di casa nostra? Punteggio neutro 0

Riferimenti alla questione della sovranità digitale o almeno alla strategia industriale/tecnologica (che è indicativa della strategia specifica sulle questioni digitali)

p.104: riferimenti precisi ed esaurienti 3

Open data, accesso agli atti, disciplina sulle gare pubbliche

p.104: “nuove norme per le comunicazioni elettroniche, la definizione dell’altruismo digitale per la condivisione di dati dal pubblico al privato” 2

Anticorruzione: riferimento alla tutela dei whistleblower

Nessun riferimento specifico 0

Riferimenti all’open source o, preferibilmente, al software libero, presenza nel fediverso

Nessun riferimento specifico 0

Riferimenti all’intelligenza artificiale

p.104: aspetto preso in considerazione con un’interessante riferimento applicativo (la AI nel monitoraggio delle gare d’appalto) 3

Smart PA: riferimenti ai servizi digitali al cittadino e al modo di implementarli; certificati, permessi, giustizia, etc

p. 18: positivi i riferimenti alla digitalizzazione della PA 2

Piattaforme partecipative: riferimenti all’argomento, riforme proposte, eventuali precisazioni

p.166: l’unica partecipazione del cittadino è nella vigilanza verso gli altri cittadini -2

Algoritmi: presenza della questione nel programma ed eventuali riferimenti ad ambiti deliberativi/decisionali (lavoro, giustizia, salute)

Nessun riferimento specifico 0

Videosorveglianza: posizione sull’utilizzo di videocamere e sensori con il pretesto della sicurezza o del decoro

P.164 e 166: la volontà di ampliare la videosorveglianza è, pur se in  linea con la sensibilità politica, decisamente inaccettabile  -2

Temi negativi: sorveglianza e tecnocontrollo, anche solo verso le categorie “critiche” (detenuti, immigrati, indagati)

P. 166: non c’è un accenno specifico, ma il peso dato alla “partecipazione” alla sorveglianza da parte dei cittadini “regolari”, promette molto male -1

Temi negativi: credito sociale

p.104: La sezione sulla privacy sembra prospettare un approccio corretto  1

Temi negativi: educazione tecnologica considerata come formazione applicativa invece di istruzione digitale

p.78: valutazione molto negativa relativa all’istruzione/educazione in sé -1

Temi negativi: voto elettronico adottato per gli appuntamenti elettorali istituzionali

Nessun riferimento specifico 0
Totale   11

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