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Eddi Marcucci, la censura social, la Turchia

I profili Facebook e Instagram di Eddi Marcucci sono stati “turcOscurati”.

Quello che è successo è stato raccontato piuttosto bene nell’articolo di Arianna Longo su DinamoPress.

«Non è una novità che queste piattaforme si dimostrino ostili. Di certo non sono a servizio delle nostre cause, anche quando magari ci permettono di diffonderle» afferma l’italiana che ha combattuto contro l’ISIS.

È infatti evidente che le piattaforme Social possono certamente dare visibilità a quei cittadini che fino a 15 anni fa non potevano sperare di avere un pubblico così vasto. Ma tutto ciò aumenta anche gli effetti della censura da parte dei governi meno sensibili allo stato di diritto; quelli cioè che, invece di ricorrere a un magistrato per avviare una lunga e spesso inutile procedura contro gli uffici legali dei grandi social, preferiscono assoldare schiere di cybermercenari e “domatori di bot” per segnalare in massa i profili degli utenti che aderiscono a movimenti o a idee contrarie a quelle affermate dallo Stato.

Eddi Marcucci è un personaggio speciale, che gode di un’ampia rete di solidarietà e dell’appoggio da parte di personaggi pubblici con un grande seguito, come Zerocalcare, ma sono tanti, troppi, i profili che rischiano una sospensione a causa di aver esposto una bandiera curda, una vignetta considerata blasfema in alcuni luoghi del mondo o la fotografia di un bacio tra persone dello stesso sesso.

La perdita di conoscenza e di socialità che tutto questo comporta dovrebbe essere sufficiente a comprendere quanto velenosi siano i social network per la diffusione delle idee e della conoscenza.