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NO al taglio dei parlamentari: una questione Pirata?

In alcune direttive che hanno molto poco a che vedere con la politica e molto con l’economia e l’ottimizzazione delle strutture organizzative (per esempio la 2013/36/UE conosciuta come Crd IV o la 2014/65/UE ossia la Mifid 2 – chiunque abbia un conto corrente dovrebbe avere firmato un documento che la cita) si cerca di attenuare il “fenomeno della mentalità di gruppo” che deve essere superata attraverso l’instaurazione di una aumentata “varietà di punti di vista e di esperienze”.

Questa premessa serve a fissare un concetto utile per comprendere i rischi che la riduzione dei parlamentari comporta per l’efficienza democratica. Torneremo successivamente su questo punto.

Malgrado il tema, causa sospensione del referendum causa Covid19, non tocchi l’attualità politica, in questi giorni si deciderà se, all’interno del Partito Pirata post Congresso Nazionale, la questione del taglio dei parlamentari avrà ancora agibilità.

in questi giorni si deciderà se, all’interno del Partito Pirata post Congresso Nazionale, la questione del taglio dei parlamentari avrà ancora agibilità

Il dibattito all’interno del Partito Pirata

Nel Partito Pirata, il dibattito sulla riforma Calderoli ha preso vita già in occasione del primo passaggio della legge in Senato.

Tuttavia è dopo l’approvazione alla Camera che il dibattito si è acceso prima un post sul forum del PP-IT.

In questa occasione sono emerse opinioni piuttosto diverse che sono riassumibili in una manciata di punti:

  1. la riduzione dei parlamentari è un attacco alla rappresentanza
  2. la riduzione dei parlamentari è ininfluente nel panorama partitocratico presente in Italia
  3. la riduzione dei parlamentari è giusta perché migliora l’efficienza delle camere
  4. la riduzione dei parlamentari è sacrosanta perché i parlamentari non hanno saputo meritare il rispetto degli Italiani
  5. la riduzione dei parlamentari non ci interessa perché noi dobbiamo puntare alla democrazia liquida/diretta

Il dibattito è stato dunque portato sulla piattaforma agorà per sottoporlo alla votazione dei pirati in assemblea con una mozione urgente. A causa di alcuni tecnicismi, la mozione presentata in modalità urgente necessita di un quorum minimo dei 2/3 dell’assemblea per essere portata al voto e questo quorum non è stato raggiunto per poco, determinando la necessità di ripresentare una mozione ordinaria, con tempi di votazione mmolto più lunghi.

La nuova mozione ha infine raggiunto il sostegno e il voto favorevole dell’assemblea ma con un risultato molto contrastato: ha infatti ottenuto una maggioranza di 12 voti favorevoli e 10 contrari con ben 8 astensioni. La mozione ha dunque vinto con il voto favorevole della minoranza degli aventi diritto.

La mozione ha così vinto con il voto favorevole della minoranza degli aventi diritto ma è stata comunque approvata.

Alla fine di febbraio il PP-IT ha quindi deliberato l’adesione al comitato per il NO al Referendum.

La democrazia si misura sul numero dei parlamentari?

Uno degli interventi più interessanti sul dibattito è apparso nel post “Ma la democrazia non si misura sul numero dei parlamentari”, in cui veniva introdotta e commentata un’intervista al costituzionalista Sabino Cassese che si dimostrava piuttosto tiepido sia sugli effetti della riforma sia sulle obiezioni di chi lamentava un vulnus per la rappresentanza democratica.

D’altra parte il gruppo di lavoro che si è costituito per sostenere il NO al taglio, ha elaborato una pagina web che spiega quali siano i danni che la riforma provocherebbe sia dal punto di vista istituzionale sia quanto alla diminuzione della rappresentanza.

Resta tuttavia il problema di rispondere alla domanda fondamentale:

La democrazia si misura sul numero dei parlamentari?

Una domanda malposta

La domanda è oggettivamente malposta in quanto porta la discussione sul problema numerico e non sul tema politico.

Se il problema numerico suggerisce l’ovvia conclusione che non esista un criterio per stabilire il “giusto numero” dei parlamentari, sussiste tuttavia un problema di carattere politico sui tentativi di variare il numero di parlamentari.

Il punto è: cosa si vuole ottenere con la riduzione dei parlamentari? Risparmio? Efficienza? Si è visto che, tranne gli ultras del taglio, neanche i favorevoli ritengono che il risparmio sia rilevante, né che venga garantita l’efficienza, allo stato attuale dei regolamenti parlamentari (e della situazione dei gruppi parlamentari, espressione delle attuali forze politiche).

Appare chiaro perciò che il taglio dei parlamentari costituisca soltanto una mossa propagandistica con cui si paga pegno alla retorica dell’antipolitica: una sorta di sacrificio umano di massa, in cui invece di sacrificare decine di vittime alla divinità ingorda, si sacrificano centinaia di teste (elettive) alla Dea Gente.

una sorta di sacrificio umano di massa, in cui invece di sagrificare decine di vittime alla divinità ingorda, si sacrificano centinaia di teste (elettive) alla Dea Gente

Se opporsi a questa finzione sarebbe già di per sé doveroso, tanto più dovrebbe esserlo per un partito come quello Pirata che da sempre conduce una battaglia in favore della conoscenza. E denunciare che una legge costituzionale viene fatta senza alcuna analisi di impatto normativo ma solo per emozionare i cittadini è uno dei modi più nobili di diffondere la conoscenza!

Ma, aldilà di tutti i tecnicismi, di tutte le valutazioni dei padri costituenti, di tutte le evidenze numeriche (un minor rapporto tra eletti ed elettori riduce oggettivamente la rappresentanza) che sono state già spiegate altrove, resta un aspetto fondamentale da considerare. Un aspetto che purtroppo non è emerso neanche durante il breve e interrotto dibattito referendario.

La rappresentanza e il concetto di biodiversità come ricchezza

Torniamo all’apertura di questo post

In alcune direttive che hanno molto poco a che vedere con la politica e molto con l’economia e l’ottimizzazione delle strutture organizzative si cerca di attenuare il “fenomeno della mentalità di gruppo” che deve essere superata attraverso l’instaurazione di una aumentata “varietà di punti di vista e di esperienze”.

Le raccomandazioni europee sono frutto di analisi che quasi si sovrappongono alle teorie della biologia evolutiva e al concetto della diversità come risorsa; analisi che sottolineano come un ambiente diversificato risponda alle sollecitazioni meglio di uno non diversificato e diminuisca le probabilità di fallimento.

Per concludere, appare chiaro come in un momento in cui dobbiamo tenerci pronti alle inattese sfide di fronte alle quali il futuro ci pone senza tregua, è la teoria evoluzionistica che ci suggerisce di mantenere il pluralismo nelle istituzioni rappresentative, perché esso sarà la migliore risorsa per trovare risposte diverse alle esigenze che potrebbero presentarsi.

mantenere il pluralismo nelle istituzioni rappresentative, perché esso sarà la migliore risorsa per trovare risposte diverse alle esigenze che potrebbero presentarsi

Un parlamento con meno eletti, sarà non solo un parlamento in cui le spinte oligarchiche potranno avere maggiore successo, ma anche un parlamento meno reattivo, meno capace di interpretare il presente e il futuro.

Da questo punto di vista, una visione pirata dovrebbe innanzi tutto:

  1. opporsi alle leggi che tolgono qualcosa ai cittadini (o almeno a quelle che lo fanno senza offrire una contropartita)
  2. favorire una riprogettazione della rappresentanza, in base a una valutazione realistica dell’impatto normativo sullo scenario attuale.

Questo scenario infatti coinvolge aspetti diversi come:

  • la revisione della legge elettorale
  • la revisione della rappresentanza locale (regioni e comuni)
  • l’implementazione di soluzioni di democrazia liquida, diretta o partecipata ma non senza prima un serio piano di istruzione istituzionale di tutti i cittadini (conoscere per deliberare)
  • la necessità di incardinare il principio rappresentativo e il processo legislativo all’interno degli organismi rappresentativi europei e globali ma non senza prima averne potenziato le capacità rappresentative e, soprattutto, legislative (l’Europarlamento oggi non può creare leggi ma può solo votare o meno i provvedimenti della Commissione).

Perché non dobbiamo cedere alcuna sovranità agli organismi sovranazionali ma dobbiamo tutt’al più estendere la nostra sovranità di cittadini dentro quelle istituzioni.

Tagliare il numero dei parlamentari infatti non è solo un problema in sé, ma lo è ancora di più quando viene approvato dal 95% dei Deputati come se fosse addirittura una soluzione.

Postilla – La pallottola d’argento: è un impegno eccessivo e pericoloso per il PP-IT

Resta tuttavia ancora un’ultima resistenza a lanciare il Partito Pirata verso la sfida del NO alla riduzione dei parlamentari. Secondo i fautori di questa scuola di pensiero un posizionamento del Partito Pirata contro una riforma che vuole essere simbolo del taglio dei costi della politica, potrebbe presentare una ricaduta molto negativa per il PP tra gli elettori italiani. Inoltre, questo impegno sarebbe troppo oneroso e toglierebbe energie che il partito potrebbe destinare ad altre battaglie, quali quella (molto più verticale e molto più vicina alle tematiche pirata) sul freesharing che tra qualche giorno vedrà tutto il Partito Pirata Italiano insieme ad altri sei Partiti Pirata Europei impegnato nella raccolta delle firme per portare in Europarlamento la legge di iniziativa popolare sul file sharing.

Per quanto riguarda il primo punto, siamo convinti che i potenziali elettori del PP-IT sappiano riconoscere molto bene quanto sia falsa la narrativa del risparmio portata avanti da altri partiti; se non fosse così, non voterebbero pirata neanche in un’altra vita!

Ma la motivazione dell’impegno eccessivamente gravoso è quella più facilmente falsificabile: infatti, interrompere ora il progetto portato avanti finora dal partito contro il taglio dei parlamentari, sarebbe questo sì un messaggio disincentivante per chi volesse intraprendere in futuro qualsiasi altra battaglia. Si lascerebbe passare infatti il messaggio contraddittorio per cui ciò che si sta costruendo e che si sta portando concretamente avanti, possa essere smontato al primo cambio di orientamento della maggioranza, senza alcun rispetto per i progetti a lungo termine intrapresi nel recente passato.

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